vivi in maniera ecologica

TEMPO DI CAMBIARE

Nei nostri paesi industrializzati viviamo da decenni al di sopra delle nostre possibilità! Noi consumiamo di più di ciò che può crescere. Se tutti gli uomini sulla Terra seguissero come esempio lo stile di vita svizzero avremmo bisogno di quasi 3 pianeti per soddisfare l’esigenza. Alcune cifre: Gli abitanti della Svizzera producono a livello europeo la quantità maggiore di rifiuti (690 Kg di rifiuti per persona e anno), 85% dei rifiuti a base di plastica vengono semplicemente bruciati e per ogni tonnellata di plastica si formano più di 1.2 tonnellate di CO₂. Ma la vera sofferenza ha luogo soprattutto nei paesi di produzione delle nostre merci sempre più a basso prezzo: condizioni di lavoro disumane, maltrattamento di animali da allevamento, abuso dell’ambiente, metodi di produzione incontrollati e dannosi per l’ambiente, ecc.
Giorno per giorno facciamo cose e decidiamo se l’ambiente viene protetto, se le risorse naturali non vengono sciupate e se relazioni economiche eque diventano realtà: Siamo noi consumatori/consumatrici con il nostro modo di vivere e consumare a mettere le basi per uno sviluppo sostenibile! Con la nostra domanda possiamo influenzare in modo specifico l’offerta di prodotti e servizi. Con la scelta di un prodotto sostenibile esigiamo metodi di produzione responsabili, merci salutari e ecologiche. E non solo «cosa», ma anche «quanto» acquistiamo e «come» lo usiamo giocano un ruolo determinante. Consumare in modo sostenibile senza perdere qualità di vita è possibile: il consumo consapevole di o la rinuncia a carne e prodotti animali, la condivisione di oggetti e auto, l’acquisto di mobili e vestiti di seconda mano fanno bene all’ambiente e alla società e ci si concede qualcosa per se stessi: alimenti salutari, tessuti privi di sostanze chimiche, elettrodomestici a risparmio di CO₂, prodotti senza tempo e duraturi. Consumare in modo sostenibile significa anche esercitare una rinuncia consapevole. Evitiamo la caccia alla versione più attuale di smartphone, al modello d’auto più nuovo e agli abbigliamenti più in voga se le nostre cose sono ancora intatte. Così facendo guadagniamo tempo, risorse e qualità di vita.

 

« Vivi semplicemente affinché gli altri possano semplicemente vivere. »

― Mahatma Gandhi

 


 

ACQUISTI

Acquistiamo di continuo più di ciò che necessitiamo e utilizziamo → Ciò danneggia non solo il nostro budget ma pure l’ambiente! È quindi giunto il momento di fare qualcosa al riguardo, come impegnarsi per un consumo sostenibile, acquistare in modo cosciente e riflettuto e informarsi continuamente riguardo alla provenienza dei beni che consumiamo.
Il principio più importante e generalmente valido per acquistare in modo sostenibile è: acquistare solo il necessario! → Acquistare inutilmente è infatti uno spreco di risorse! Per la produzione e lo smaltimento dei prodotti che finiamo per buttare c’è infatti bisogno di molta energia. In generale i prodotti sostenibili sono di buona qualità e riparabili, hanno bassi costi di mantenimento (per es. costi per il consumo energetico) e una lunga durata e quindi offrono un prolungato utilizzo. Inoltre i prodotti sostenibili rinunciano a componenti e materiali ecologicamente dubbi e vengono prodotti a condizioni socialmente accettabili. shopping
A dipendenza del tipo di merce ci sono poi molti consigli specifici per acquistare in modo sostenibile:

ALIMENTARI

Finalizzato e pianificato: Se usciamo impreparati tendiamo a comprare più di ciò che necessitiamo. Con una lista della spesa scritta bene si è meno tentati di fare acquisti inutili. Quindi conviene sempre scrivere una lista e poi attenercisi! Al meglio funziona se prima di andare a fare spesa si abbozza un menù per i giorni successivi che includa possibilmente ciò che già si ha in frigo e in dispensa, così da dover comprare solo gli ingredienti mancanti.

Acqua direttamente dal rubinetto: Il trasporto di acqua minerale in bottiglia consuma moltissima energia e comperare l’acqua in bottiglia è poco sensato. In Svizzera e in molti paesi europei l’acqua del rubinetto è uno degli alimentari più controllati e può quindi essere bevuta tranquillamente nella maggior parte dei luoghi. Questo ha 2 vantaggi: L’acqua del rubinetto è molto più conveniente rispetto all’acqua in bottiglia comprata e viene a mancare il trasporto fastidioso delle bottiglie.

Meno carne e prodotti animali: Il consumo di carne e prodotti animali è uno dei punti più problematici in materia sostenibilità. La produzione di carne, uova e latte divora infatti enormi quantità di energia: l’allevamento intensivo è un calvario per gli animali, viene prodotto un enorme quantitativo di gas a effetto serra da parte del bestiame e spesso gli animali devono essere trasportati al macello per centinaia di Km. Chi quindi rinuncia di tanto in tanto a carne e prodotti animali – o addirittura mangia completamente vegetariano/vegano – sta già dando un grosso contributo alla sostenibilità.

Equo, Bio e possibilmente stagionale e regionale: Per mantenere i costi di produzione bassi è concesso ogni mezzo. Prodotti a basso prezzo vengono spesso prodotti in «Paesi a basso prezzo» in cui salari bassi, mancanza di servizi sociali e condizioni di lavoro scandalose sono all’ordine del giorno. Misure per la protezione ambientale vengono spesso aggirate grazie all’influenza politica delle grosse imprese e soprattutto nei paesi poveri vengono messe in secondo piano. I bassi prezzi per carne e prodotti animali non permettono ai produttori di allevare in modo corretto. Tuttavia sempre più organizzazioni cercano di sconfiggere queste ingiustizie. Offerte alternative con marchi per l’ambiente, «Fairtrade» e «Bio» garantiscono produzione e commercio in armonia con uomini, animali e natura in cambio di un (più o meno) piccolo sovrapprezzo. In genere ogni alimento con un marchio del genere è stato prodotto a condizioni migliori rispetto a uno senza. Ancora meglio di attenersi solo a marchi «Fairtrade» e «Bio» è preferire prodotti biologici stagionali e regionali. Per i prodotti regionali viene infatti a mancare il lungo transporto. Ciò fa risparmiare energia ed è quindi ancor più sostenibile. Tuttavia bisogna sempre tenere conto di diversi fattori: Una patata comperata al mercato settimanale da un agricoltore convenzionale che non necessita di un lungo transporto ma che tratta i sui alimentari con pesticidi non ha il migliore bilancio di sostenibilità. Fondamentalmente si dovrebbe decidere in modo arbitrario, cioè consumare in modo riflettuto e non semplicemente comperare alla cieca dal discounter tutto il possibile. Suggerimenti specifici per acquisti responsabili:

  • Prodotti d’importazione: Per materie prime come caffè, cacao o banane sono da preferire i prodotti «Fairtrade». La differenza di prezzo è molto limitata, quella di gusto è invece enorme.
  • Carne: Il pollame biologico è costoso e le norme di allevamento convenzionale non sono compatibili con il consumo. Per quanto riguarda la carne di manzo e di maiale, la differenza di prezzo è poca, e l’allevamento convenzionale non permette una grande crudeltà. Quindi chi non vuole spendere 20 CHF per del pollo fritto, dovrebbe preferire la carne di maiale e di manzo.
  • Prodotti freschi: Sia per la carne che per frutta, verdura, latticini e uova sono consigliati prodotti regionali. Questo non solo rafforza l’agricoltura locale ma ci garantisce pure che siano stati rispettati almeno gli standard di produzione locali. Che siano poi «Bio» o no, frutta e verdura regionali non celano lunghe vie di trasporto che necessiterebbero di un trattamento chimico radicale.
  • Uova: Per quanto riguarda le uova va notato che l’allevamento al suolo si differenzia dall’allevamento in gabbia solo perché le gabbie stanno sul suolo. Le uova biologiche costano in media 1.50 CHF in più, quelle di allevamento all’aperto solo 0.60 CHF in più. Sull’uovo si trova un codice che identifica la sua produzione. La prima cifra riguarda il metodo di allevamento: «0» per allevamento biologico/ecologico e «1» per allevamento all’aperto. Le lettere seguenti si riferiscono al paese d’origine, per es. «CH» sta per Svizzera.
  • Pesce: Il pesce di acqua dolce dovrebbe essere possibilmente regionale e il pesce di mare dovrebbe avere un marchio «msc» o «asc». Ciò garantisce la protezione dalla pesca eccessiva.
ABBIGLIAMENTO

Qualità invece di quantità: Un armadio pieno di vestiti o scarpe non dovrebbe essere uno status symbol. La «moda usa e getta» a basso prezzo ci fa spesso dimenticare quanto lavoro e risorse si celino dietro a un pezzo di stoffa. Ogni pezzo d’abbigliamento e ogni paio di scarpe lascia infatti un’impronta ecologica. Come esempi, un paio di jeans consuma ca. 8’000 litri d’acqua e viaggia per ca. 19’000 Km nel mondo e il trasporto di una tonnellata di stoffa consuma ca. 153’400 chilowattora di energia, pari quindi al consumo annuale di ca. 6 nuclei famigliari svizzeri. I consumatori responsabili non seguono ogni tendenza ma preferiscono acquistare un abbigliamento sostenibile e di qualità.

Natura invece di chimica: Capi d’abbigliamento con avvertimenti come «non stirare», «senza piega» oppure «lavare prima di indossare» contengono spesso sostanze chimiche dannose che non devono stare né sulla nostra pelle né nelle acque di scarico. Anche l’abbigliamento «outdoor» spesso contiene sostanze pericolose che possono provocare danni all’ambiente e al corpo. Inoltre, la maggior parte delle fibre sintetiche sono a base di petrolio e non degradabili. Perciò bisognerebbe vestirsi il più possibile con tessuti naturali. Questi includono: cotone, lana, canapa, lino e seta biologici, seta grezza, seta ahimsa, soia, lyocell/tencel, viscosa lenpur, seacell, tyvek, milkfibers.

Moda equa e ecologica: Chi durante gli acquisti sceglie abbigliamenti con etichette «Fairtrade» o l’«Eco-moda» sostiene condizioni di lavoro eque (nessun lavoro minorile, salario di sussistenza, ecc.) negli altri paesi e protegge l’ambiente.

Moda di seconda mano e scambio: Anche coloro che non vogliono limitare il consumo di vestiti e non possono permettersi una moda equa/ecologica possono esplorare altre vie di consumo sostenibili come l’acquisto di moda di seconda mano, lo scambio d’abbigliamento o l’utilizzo di piattaforme per abbigliamento gratis. Gli indumenti usati sono stati sì spesso prodotti in modo non ecologicamente corretto ma grazie al riciclo si trasformano in «abbigliamento sostenibile». I vantaggi della moda di seconda mano sono molti: è più sana e delicata per la pelle, perché la maggior parte sostanze chimiche che normalmente si trovano nei vestiti nuovi sono già state lavate via; è sostenibile, perché utilizzare gli abiti per più tempo fa risparmiare risorse; è meno costosa e i consumatori possono risparmiare denaro anche su abbigliamenti di marca; è individuale, perché non è una moda di massa. L’abbigliamento di seconda mano si può trovare nelle Brockhaus, nei mercati delle pulci o in negozi di moda di seconda mano o vintage. Inoltre: chi non ha voglia di «scavare» attraverso i negozi per abbigliamento di seconda mano può intoppare in un qualche affare su internet. L’unico inconveniente: non è possibile provare i vestiti e si deve fare affidamento solo sulle informazioni e le foto. Se si fa un cattivo acquisto o si vuole sgomberare il proprio armadio si può però sempre a propria volta diventare venditore. Senza soldi ce la si cava con lo scambio d’abbigliamento. Esso è possibile grazie a piattaforme online o eventi professionali per scambio di vestiti. Attraverso lo scambio d’abbigliamento ognuno può rinnovare il proprio armadio senza dover ricorrere al portamonete.

Riparare: Far riparare i vecchi capi d’abbigliamento e le vecchie scarpe che si hanno a cuore in una sartoria o calzoleria invece che comprare nuovi prodotti è spesso più conveniente e inoltre in questo modo si sostiene l’artigianato locale.

GIOCATTOLI

Affinché la gioia sia il più completa e duratura possibile, si dovrebbero comprare giocattoli che siano privi di sostanze tossiche, prodotti a condizioni di lavoro eque, utili per la crescita dei bambini e duraturi. Alcuni consigli al riguardo:

  • Prestare attenzione alla qualità siccome il pericolo della presenza di sostanze tossiche è maggiore nei giocattoli a basso prezzo.
  • Materiali, colori, lacche e etichette dovrebbero essere privi di sostanze dannose.
  • Soprattutto i giocattoli per i bambini piccoli devono essere resistenti a sudore, morsi e saliva.
  • Durante l’acquisto di giocattoli in plastica: controllare che i prodotti siano «privi di ftalati» o «privi di PVC».
  • Affidiamoci al nostro naso: meglio non comprare giocattoli con odori sgradevoli o profumi artificiali.
  • I giocattoli di seconda mano hanno il vantaggio che le sostanze gassose pericolose sono già evaporate.
  • Animali di pezza, vestiti per bambole & Co. dovrebbero venir lavati due volte prima di essere dati al proprio bambino.
ELETTRODOMESTICI

Lavatrici, forni elettrici, lavastoviglie, asciugatrici, frigoriferi e congelatori, così come condizionatori consumano ca. la metà della corrente elettrica domestica (frigoriferi e congelatori con ca. il 20% sono al primo posto). Se teniamo sott’occhio il consumo energetico dei nostri elettrodomestici ci prendiamo cura considerevolmente del clima e risparmiamo denaro (grazie a costi di corrente minori durante l’utilizzo).

Per il riconoscimento di elettrodomestici a risparmio energetico dobbiamo controllare l’etichetta energia dell’Unione Europea. Su di essa vengono segnalati i dati riguardanti il consumo di corrente e acqua, altre caratteristiche specifiche come grandezza interiore, capacità di riempimento o azione di lavaggio e asciugatura e i simboli delle classi di efficienza energetica: nella maggior parte dei casi il consumo energetico più basso è rappresentato dalla classe di efficienza energetica A+++, altrimenti solo con A. N.B.: Un ruolo importante riguardo al consumo energetico lo gioca anche la grandezza dell’apparecchio elettrico → Più esso è piccolo, maggiore è il risparmio energetico!

Per cucinare risparmiando energia: Mai preriscaldare forni e placche, utilizzare coperchi e placche di grandezza corrispondente alle pentole e sfruttare il calore residuo.

Per quanto riguarda il frigorifero:

  • In generale non è necessario mantenere il frigorifero a temperature inferiori ai 7°C. Nel caso di alimenti deteriorabili come carne fresca è consigliato abbassare la temperatura a 4°C per un corto lasso di tempo.
  • All’interno del frigorifero si trovano diversi scompartimenti che si possono utilizzare per un’ottimale conservazione degli alimentari. Nello scompartimento superiore, cioè il meno fresco (5-8°C), si conservano al meglio formaggi, conserve e marmellate – soprattutto per quanto riguarda il gusto. Nello scompartimento intermedio possiamo conservare bene grassi da cucina che devono rimanere facilmente spalmabili senza diventare rancidi, salse, senape e resti di pietanze. Appena sopra al cassetto delle verdure si trova lo scompartimento più freddo (2° C). Esso serve alla conservazione di prodotti deperibili come carne, insaccati, pesce e altri latticini deperibili come lo yogurt. Nel cassetto delle verdure la temperatura è maggiore (10° C). Esso come dice il nome stesso è riservato per verdure e insalata. Nella porta del frigorifero prevalgono le temperature più miti, ideali per il raffreddamento di burro, bevande e uova.
  • Sbriniamo! Iceberg nel frigorifero ingrandiscono la superficie di raffreddamento e aumentano il fabbisogno energetico. Se il frigorifero è relativamente vuoto possiamo riempirlo con bevande. Esse fungono da celle frigorifere fino all’arrivo di nuovi prodotti da refrigerare. Ciò riduce il volume di aria calda che entra con l’apertura del frigorifero e che poi deve essere raffreddata.
APPARECCHI ELETTRONICI

Spegnere: Stacchiamo dalla corrente apparecchi e caricatori inutilizzati! Utilizziamo prese multiple con modalità di spegnimento oppure stacchiamo la spina! Per ridurre il consumo di corrente del computer anche durante le piccole pause di lavoro si può attivare le modalità «stand-by» o «risparmio energia». N.B.: Il consumo energetico più eco-sostenibile è il non-consumo e l’apparecchio elettronico che consuma meno è quello spento!

Uso ecologico: Le emissioni di CO₂ all’anno dovute all’utilizzo di apparecchi informatici e di comunicazione sono comparabili con quelle del traffico aereo. È quindi necessario riesaminare le proprie abitudini nell’utilizzo di televisore, computer e smartphone, per es. controllando le funzioni preimpostate di smartphone, cellulari & co. Raramente la luminosità dello schermo e le impostazioni di utilizzo «always online» corrispondono alle nostre esigenze: esse consumano molta corrente e accorciano la durata delle batterie. Come motore di ricerca bisognerebbe privilegiare un motore di ricerca ecologico come per es. Ecosia, il cui fornitore per ogni ricerca dona del denaro per un progetto ecologico. Una domanda di ricerca su Google consuma infatti tanto CO₂ quanto una lampadina in un’ora! Inoltre, secondo uno studio possiamo risparmiare fino a 76% di corrente se agli apparecchi convenzionali preferiamo apparecchi più efficienti.

Uso duraturo: Più a lungo vengono utilizzati lo stesso cellulare, computer o altri apparecchi elettronici, meglio è. Utilizzando i nostri apparecchi elettronici a lungo nel tempo possiamo infatti contrastare il commercio di rifiuti elettronici altamente tossici. A soffrire in questa faccenda sono coloro che lavorano nelle discariche dei paesi in via di sviluppo senza protezione per le sostanze nocive! Proviamo quindi a rimettere in funzione i nostri apparecchi grazie a un servizio di riparazione o di venderli/scambiarli/regalarli per es. in internet. Per far rimettere in vita un computer usato e poterlo riutilizzare si può portare presso associazioni che eliminano i dati, riparano gli apparecchi e ridanno indietro computer operativi.

Smaltimento corretto: Occorre assolutamente fare attenzione a non buttare computer, televisori o telefonini, come altri apparecchi elettronici nella spazzatura domestica. Questi apparecchi contengono molte sostanze nocive come piombo, mercurio, PVC e plastificanti. Ci sono riparatori ingegnosi che possono riparare i nostri apparecchi o preparali per un altro utilizzo o utilizzarli come stock di materie prime. Altrimenti possiamo portare gli apparecchi presso i centri di riciclaggio comunali, dove vengono raccolti separatamente: così materiali come metallo e plastica provenienti dai rifiuti elettronici vengono riciclati e le sostanze nocive vengono smaltite in modo ecologicamente corretto. Inoltre alcune organizzazioni ambientali hanno creato dei centri di raccolta presso i quali si possono consegnare i vecchi telefonini e allo stesso tempo contribuire alla conservazione e tutela di ambiente e natura. Queste iniziative si basano sulla cooperazione tra le organizzazioni ambientali e operatori di telefonia mobile e per ogni dispositivo raccolto le organizzazioni ambientali ricevono denaro. N.B.: Quando si smaltisce o si da via un apparecchio elettronico bisogna fare attenzione che i propri dati personali siano stati cancellati in modo che non cadano nelle mani sbagliate!

Produzione equa: Le sostanze nocive che rendono indispensabile lo smaltimento separato degli apparecchi elettronici sono già problematiche durante la produzione. In molti impianti di produzione le condizioni di lavoro sono inaccettabili: Lunghi orari di lavoro, salari bassi, mancanza di protezione durante la manipolazione di sostanze chimiche e contratti di lavoro non sicuri o mancanti sono la norma in Cina, Taiwan, Tailandia e Filippine. Quindi bisogna prestare attenzione alle etichette e descrizioni dei prodotti e preferire non solo prodotti ecologici ma anche equi.


 


 

ALIMENTAZIONE

L’impatto più forte sul bilancio ambientale ce l’ha il consumo di carne e prodotti animali. Ma esistono anche altri buoni motivi per ridurre il consumo di carne e prodotti animali e favorire alimenti vegetali:

AMBIENTE

L’allevamento di bestiame causa molti problemi ambientali. Prendendo in considerazione tutto il suo ciclo di vita, cioè dalla produzione attraverso il consumo fino allo smaltimento, 1 Kg di carne causa un impatto ambientale significativamente maggiore rispetto a 1 Kg di verdure (in media 8 volte maggiore). Anche tenendo conto del fatto che il valore nutrizionale della carne è circa 4 volte superiore rispetto a quello dei vegetali, il consumo di carne danneggia l’ambiente sempre più del doppio rispetto al consumo di vegetali. Tra gli specifici problemi ambientali causati soprattutto dalla produzione della carne si enumerano i seguenti:

  • Cambiamento climatico: L’industria animale, e quindi il consumo di prodotti animali, è in larga misura responsabile del cambiamento climatico. Circa l’85% dell’inquinamento atmosferico dovuto alla produzione di alimentari è infatti causato dall’allevamento di animali. Le emissioni di gas serra dannosi per il clima provengono da un lato direttamente dal processo digestivo o dagli escrementi degli animali (14.5% delle emissioni di gas serra = traffico con 15% > frutta e verdura con 1.9% > cereali con 1.4%), in particolare dei bovini (utilizzati per la produzione di latte e carne). Dall’altro lato le emissioni di gas serra avvengono indirettamente attraverso i processi di produzione e la deforestazione per pascoli o piantagione di mangime. Per mezzo di una diminuzione del consumo di carne e prodotti animali le emissioni di gas serra causate dal settore agricolo potrebbero essere ridotte dell’80%!
  • Distruzione delle foreste pluviali: L’attuale alimentazione media necessita una superficie agricola 5 volte maggiore rispetto a un’alimentazione vegetale. L’allevamento animale sfrutta 70% del suolo di coltivazione mondiale e 30% della superficie terrestre. Solo in Sudamerica negli ultimi 40 anni è scomparso il 40% della foresta pluviale per pascoli (70% della foresta amazzonica) o per la produzione di mangime (30% della foresta amazzonica). La Svizzera importa la sua maggior parte della soia dal Brasile e contribuisce così a questa deforestazione. Anche per quanto riguarda l’allevamento animale biologico, l’80% del mangime proviene dall’estero.
  • Riduzione della biodiversità: L’agricoltura industriale distrugge la biodiversità. Nell’allevamento intensivo stesso vengono utilizzate solo poche razze animali. Molte razze regionali sono ormai estinte o in via di estinzione visto che solo le razze altamente produttive vengono mantenute. Con la deforestazione incontrollata delle foreste pluviali ricche di biodiversità va perso anche l’habitat spesso di specie ancora da scoprire che in questo modo vengono irrimediabilmente cancellate dal pianeta. Ma non è necessario guardare verso altri continenti – basta uno sguardo ai nostri campi dominati da monocolture o agli enormi impianti in cui gli animali d’allevamento vivono ammassati soffrendo per capire che nell’agricoltura industriale non c’è posto per la biodiversità. E anche nei mari sempre più strapazzati dalla pesca eccessiva aumentano le specie in via di estinzione.
  • Spreco energetico: Per produrre carne gli animali devono venire alimentati con un grosso quantitativo di energia vegetale. Le perdite energetiche sono specialmente grandi per quanto riguarda la carne bovina: 1 Kg di carne necessita infatti fino a 16 kg di cereali. In media si utilizza una conversione di 1 a 10, ossia il 90% dell’energia vegetale viene sprecata. E anche per quanto riguarda i pesci d’allevamento si devono nutrire 5 Kg di pesce selvatico per avere 1 Kg di pesce allevato. Ciò è altamente inefficiente. Inoltre: a parte per che per la fornitura di mangime e acqua è necessaria energia anche per il trasporto di animali risp. mangime e per l’elettricità sia di stalle o recinti che per la lavorazione e il raffreddamento dei prodotti animali. Solo con l’energia per la produzione di 1 Kg di carne di manzo si potrebbe alimentare una lampada incandescente da 100W per 20 giorni!
  • Spreco e inquinamento dell’acqua: Non consumiamo acqua solamente per farci la doccia, lavare i denti o pulire; ogni prodotto porta con sè «acqua virtuale», che rappresenta la quantità complessiva d’acqua necessaria per il processo produttivo. Così si nascondono dietro la produzione di 1 Kg di carne 15’500 litri d’acqua (= doccia quotidiana per 1 anno!). Questo elevato importo è costituito sia dall’irrigazione per il mangime che per il fabbisogno d’acqua degli animali. Inoltre le stalle devono venir pulite e anche la «lavorazione» nei macelli necessita molta acqua. Se si comparano prodotti animali e vegetali in generale risulta chiaro che i prodotti vegetali hanno un risparmio idrico molto maggiore: per 1kg di frumento sono necessari solo 1’600 litri. Inoltre: Sia la piantagione di mangime che l’allevamento animale possono causare inquinamento idrico attraverso pesticidi, erbicidi o medicamenti (antibiotici, ormoni, fertilizzanti). E anche il «normale» inquinamento idrico dovuto agli escrementi animali (ammoniaca) nelle acque di scarico che non vengono filtrate o pulite fa si che la qualità e la quantità di acqua potabile a disposizione sia limitata.
  • Inquinamento atmosferico: L’allevamento animale produce quantitativi estremi di polveri, polveri fini e altre sostanze nocive che inquinano l’aria. Anche la maleodorante e tossica ammoniaca che è nociva sia per la salute che per l’ambiente proviene per il 94% dall’agricoltura di cui 64% dall’allevamento animale (per via degli escrementi animali). Da un lato essa peggiora le condizioni di vita di milioni di animali nelle stalle togliendogli l’aria per respirare e danneggiando i loro polmoni, e anche per l’uomo non è salutare. Dall’altro lato essa partecipa al cambiamento climatico e causa soprattutto piogge acide che danneggiano le piante, le acque e i loro pesci e persino strutture e edifici.
  • Impoverimento e inquinamento del suolo: Se viene allevato troppo bestiame (per es. in aziende di ingrasso) rispetto alla superficie sulla quale possono venire accumulati gli escrementi, il suolo viene sovrafertilizzato e le sostanze in eccesso vengono lavate via. A causa della lavorazione meccanica di monocolture risulta un’erosione del suolo (fino alla desertificazione). Quindi: La produzione di carne impoverisce il terreno e fa si che in futuro si possa coltivare meno. Inoltre: Non solo acqua e aria vengono inquinate dalle sostanze nocive derivanti dall’allevamento animale ma anche il suolo viene danneggiato fortemente da nitrati e fosfati.
SOLIDARIETÀ E GIUSTIZIA

L’industria animale, dovuto al suo enorme spreco di risorse, causa diversi problemi socio-economici come la scarsità d’acqua (attraverso lo spreco e l’inquinamento dell’acqua), la repressione di contadini locali (per via dell’enorme esigenza di terreno), il rincaro di alimenti base come mais e soia (dovuto al fabbisogno di mangime) fino agli sprechi alimentari e alla fame nel mondo: a causa della produzione di carne e prodotti animali più del 50% delle raccolte (per quanto riguarda la soia 90%) oggigiorno non raggiungono il piatto ma la mangiatoia e enormi pezzi di terra vengono occupati da mangime per animali invece che alimenti per gli esseri umani. Se si mettessero tutte le raccolte di cereali a disposizione dell’alimentazione umana si potrebbero alimentare 4 miliardi di persone in più!
SALUTE

Molti studi mostrano una correlazione tra un consumo di carne regolare e alto (più di 50-100 g al giorno risp. 400-600 g a settimana) e una maggiore comparsa di problemi di salute come malattie cardiovascolari, ictus, malattie infiammatorie intestinali e tumori all’intestino, diabete, sovrappeso e obesità, pubertà precoce nei bambini, malattie degenerative (come osteoporosi, artrosi, parodontite ecc.). Particolarmente malsano è il consumo di carne rossa (manzo, maiale, agnello), grassa o elaborata, ossia tutti quei prodotti che vengono trattati con affumicamento, salatura, sali di decapaggio contenenti nitrati o altre sostanze chimiche per renderli conservabili o migliorarli di gusto e otticamente, come per es. salsicce, prosciutto o pancetta. Più carne mangiamo e meno spazio trovano verdura e frutta nella nostra alimentazione, fatto che causa una mancanza di importanti sostanze nutritive come vitamine, minerali e antiossidanti. La carne degli allevamenti industriali contiene spesso residui di antibiotici e altri medicamenti. Ciò porta sempre di più a conseguenze gravi per l’essere umano poiché aumentano le resistenze agli antibiotici e si accumulano tossine nel corpo. Inoltre la carne animale può contenere ormoni dello stress.
PROTEZIONE ANIMALE

Negli allevamenti industriali, uguale se biologici o convenzionali, spesso gli animali non vengono tenuti umanamente e sono vittime di abusi. Essi vivono spesso ammucchiati in spazi ristretti al buio, vengono alimentati in modo scorretto, trasportati per lunghe distanze e soffrono fin troppo spesso di una morte dolorosa già prima della macellazione. Chi compra o mangia carne di produzione industriale sostiene ciò attivamente. Ma anche l’industria lattiera non è idilliaca come ce lo fa credere la pubblicità. La notevolmente ridotta durata di allattamento dei vitelli (vacche nutrici e vitelli vengono separati nella prima settimana dopo la nascita) causa infatti problemi comportamentali: i vitelli si succhiano a vicenda e devono spesso essere tenuti in box individuali e nutriti con sostituti del latte. Inoltre, affinché le mucche continuino a produrre latte, devono partorire di continuo e ciò causa diversi problemi si salute come infiammazioni alle mammelle. Altrettanto numerose sono le irregolarità nell’industria delle uova. Qui tutti i pulcini maschi vengono gassati o triturati subito dopo la schiusa, perché non depongono le uova e producono poca carne (ciò concerne solo in Svizzera più di 2 milioni di pulcini all’anno). E pure le galline dopo aver deposto 300 uova in un anno vengono uccise in camere a gas.
COSTI

I problemi summenzionati del consumo eccessivo di prodotti animali sono associati a costi economici enormi. Inoltre: chi consuma carne in modo «sostenibile», deve spendere una grande somma di denaro, poiché la carne «buona» ha il suo prezzo. E siccome il vecchio modo di dire «frutta e verdura costano di più» è da tempo considerato obsoleto, chi mangia carne solo di rado risparmia denaro e può permettersi più prodotti vegetali.
PENSIERO INTELLIGENTE

Inventori geniali, scienziati e maestri morali come Steve Jobs, Albert Einstein o Gandhi avevano rinunciato alla carne. Che non mangiare carne renda intelligenti non si può dire così in blocco ma apparentemente esiste una correlazione tra intelligenza e desiderio di un’alimentazione senza carne. Secondo uno studio: Più alto è il QI di un bambino, più è probabile che da adulto non mangi carne.

N.B.: Rinunciare alla carne e in compenso consumare «smisuratamente» altri prodotti animali come uova, formaggio, panna non porta molto… In confronto i prodotti vegetali sono molto meno incriminati! E se proprio carne e prodotti animali sono necessari, allora bisognerebbe preferire possibilmente prodotti provenienti da allevamenti corretti e ecologici.

 


 

COSTRUZIONE E ABITAZIONE

Per costruzione e abitazione vengono consumate la maggior parte delle risorse a livello mondiale. Per costruire un edificio sono necessarie enormi quantità di sabbia, cemento, acciaio, legno e altri materiali da costruzione. E una volta che la casa è edificata deve essere riscaldata o raffreddata: questo costa nuovamente risorse (energetiche). L’obiettivo di edilizia e abitazioni sostenibili è quindi quello di ridurre al minimo il consumo di energia e di risorse. Per raggiungere questo obiettivo, tutte le fasi del ciclo di vita di un edificio devono essere prese in considerazione: Questo comprende il consumo di energia per il riscaldamento e il raffreddamento, ma anche l’utilizzo di materiali edili e di energia per costruzione della casa e delle relative infrastrutture (strade, piste, condutture).
 
Decisioni abitative importanti riguardano energia, illuminazione e riscaldamento:

  • Con il passaggio all’energia pulita possiamo migliorare rapidamente e in modo decisivo il nostro impatto ambientale: l’energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili (energia solare, eolica, geotermica, idroelettrica, biomassa) viene infatti prodotta praticamente senza emissioni di CO₂, cosicché grazie all’acquisto di energia pulita un nucleo familiare medio può risparmiare fino a 1’800 kg di CO₂ all’anno (= 1 anno di guida!).
  • Per quanto riguarda l’illuminazione: Le lampade LED risparmiano ancor più energia delle lampade a risparmio energetico rispetto alle lampade incandescenti (85% vs. 70% di costi energetici in meno). Importante: Riportare indietro le vecchie lampade a risparmio energetico! A causa del mercurio contenuto esse non devono assolutamente far parte dei rifiuti domestici. Se una lampadina a risparmio energetico si rompe in casa: ventilare bene e gettare il sacchetto dell’aspirapolvere dopo la pulizia. Le lampade LED sono rifiuti elettrici.
  • Per riscaldare in maniera sostenibile bisognerebbe: limitare la temperatura abitativa a 18-20°C (N.B.: per ogni °C si risparmiano il 6% dei costi per il riscaldamento) senza però spegnere e accendere di continuo il riscaldamento; arieggiare correttamente, ossia spalancare le finestre per un paio di minuti invece che lasciarle socchiuse per ore; controllare l’impianto di riscaldamento.
 
Nell’arredare oggigiorno dovremmo non solo prestare attenzione agli aspetti estetici ma anche a un utilizzo delle risorse più intelligente e sostenibile riguardo a clima e ambiente. Perciò bisognerebbe utilizzare prodotti ecocompatibili e salutari o addirittura riciclati per rinnovare e arredare. Una produzione di mobili sostenibile implica per esempio l’utilizzo di legno locale, l’uso attento delle risorse e la presenza di condizioni di lavoro eque durante la produzione dei mobili. Nel frattempo ci sono anche mobili di design riciclati da vecchi mobili, rifiuti industriali o residui di legno.
 
E sostenibili dovrebbero essere anche le faccende domestiche. Chi utilizza con precauzione i detersivi e installa adeguatamente gli elettrodomestici risparmia infatti energia, sostanze chimiche e acqua e così protegge l’ambiente e alleggerisce il borsino. Riflettere sulle proprie abitudini di lavaggio e pulizia e cambiarle conviene:
➀ Lavare, asciugare e pulire risparmiando energia: utilizzare la più bassa temperatura di lavaggio possibile, preferire i programmi di lavaggio a risparmio energia, riempire la macchina a pieno carico, asciugare su stenditoi all’aperto o in una stanza non riscaldata, per l’asciugatura nell’asciugatrice centrifugare prima con almeno 1’400 giri al minuto.
➁ Scelta e dosaggio sostenibili dei detersivi: preferire i detersivi «tutto-in-uno» o «supercompatti» (evitare i detersivi liquidi), prestare attenzione alle informazioni su prodotto e dosaggio e alle etichette.
➂ Seguire semplici consigli per le faccende domestiche come:

  • Non ogni capo di abbigliamento deve essere lavato dopo ogni singolo uso. Spesso è sufficiente far arieggiare i vestiti o spazzolarli.
  • Per evitare la trasmissione di germi utilizzare stracci per la pulizia distinti per i diversi settori in cucina e bagno.
  • L’equipaggiamento minimo di detersivi per le pulizie comprende detersivo per i piatti, detersivo multiuso e abrasivo. A dipendenza del tipo di sporco e delle superfici domestiche possono poi essere necessari altri prodotti di pulizia e trattamento. I disinfettanti non sono necessari per la pulizia domestica.
  • Residui calcari possono essere eliminati efficacemente con un semplice panno. Dopo la doccia asciugare vasca e piastrelle e risparmiare così il detersivo per la muffa.
  • Appendere i panni di cucina all’aria aperta affinché si asciughino velocemente.

 


 

MOBILITÀ E VIAGGI

La mobilità di persone e merci può avvenire in diversi modi. In ogni caso il traffico causa un notevole impatto sull’ambiente. Tuttavia, la mobilità è anche un prerequisito essenziale per lo sviluppo economico e sociale delle moderne società industriali e di servizi. L’obiettivo principale di una politica ambientale e dei trasporti sostenibile deve essere una mobilità progettata il più ecologicamente possibile. Per raggiungere questo traguardo bisogna sviluppare strategie e concetti per mezzo dei quali i bisogni di mobilità nel traffico individuale e di merci vengano soddisfatti in modo tale da essere compatibili con le esigenze di uno sviluppo sostenibile. Una mobilità sostenibile significa quindi non solo un uso più efficiente dei mezzi di trasporto e un minor consumo di risorse ma anche una diminuzione delle emissioni. E questa mobilità sostenibile non si riferisce solo al mezzo di trasporto ma anche ai mezzi utilizzati da esso (per es. una riduzione dell’area stradale affinché le aree verdi rimangano intatte aumentando la protezione del clima).
Ci sono molte alternative ecologiche all’automobile privata: i mezzi pubblici, offerte per il traffico locale e di lunga percorrenza, carsharing, carpooling, autonoleggio, viaggiare con eco-taxi, andare in bici o a piedi. Il treno offre diversi vantaggi per distanze lunghe che si percorrono regolarmente: I pendolari che viaggiano in treno arrivano a destinazione più rilassati e possono utilizzare il tempo di viaggio in modo produttivo. Inoltre conviene comparare i costi: spesso, se si comparano tutti i costi necessari per un’auto, il viaggiare in treno è più conveniente.
E se proprio non si può fare a meno dell’automobile privata allora che la si scelga e la si guidi in modo sostenibile. Ossia:

  • Al momento dell’acquisto di un’auto bisogna prestare attenzione al consumo (meno emissioni di CO₂ possibile) e a una grandezza adeguata. A questo riguardo, i veicoli ibridi e elettrici hanno i valori di emissioni e di consumo più bassi.
  • Adeguare il proprio modo di guida al motto «guidare in modo difensivo». Accensione veloce e guida a basso giro rappresentano il modo di guida nel traffico cittadino più conveniente, delicato per il motore e ecologico. Chi guida a 2’000 giri al minuto può risparmiare fino al 30% di benzina e proteggere l’ambiente. Durante le attese maggiori di 15 secondi conviene spegnere il motore.
  • Il bagaglio consuma carburante: quindi bisogna viaggiare il più leggeri possibile ed evitare pesi inutili (per es. porta-sci e porta-bici inutilizzati o peso superfluo nel bagagliaio).
  • Quando si guida vale la pena tenere sotto controllo la pressione dei pneumatici. Troppa pressione diminuisce l’aderenza al terreno, troppo poca aumenta il consumo di carburante (10% più carburante per ogni 0.2 bar in meno). La cosa migliore è seguire le istruzioni del produttore di pneumatici.
  • Anche pneumatici larghi e apparecchi elettrici accesi, come condizionatore, riscaldamento e stereo, possono aumentare il consumo di carburante. Invece di utilizzare il condizionatore sarebbe meglio aprire i finestrini e preferire automobili dai colori chiari.
  • Il bilancio ecologico di un’auto è tanto più positivo quanto più persone utilizzano l’auto in collettività.
 
Ecologia e equità valgono anche per i viaggi lontani. Ogni pianificazione di viaggio infatti non dovrebbe andare a spese dell’ambiente o della popolazione del luogo di destinazione. Consigli al riguardo:

  • Preferire destinazioni di viaggio nelle vicinanze.
  • Utilizzare come mezzi di trasporto il treno o il bus invece che l’aereoplano. E se non si vuole rinunciare al volo, si possono compensare i gas ad effetto serra derivanti donando denaro per progetti climatici – un servizio che offrono alcune compagnie aeree e aeroporti al momento della prenotazione.
  • Comportarsi in modo rispettoso verso la popolazione e la natura del luogo di destinazione.

 


 

SMALTIMENTO

Tutti possono contribuire a ridurre il crescente volume di rifiuti. La formula per meno rifiuti è semplice: prima PREVENIRE, poi RIDURRE e infine VALORIZZARE!
PREVENIRE: I rifiuti ideali sono quelli non prodotti. Fortunatamente i rifiuti possono essere limitati già con misure molto semplici: ad esempio rinunciando di proposito all’acquisto di merci con imballaggi voluminosi, scegliendo prodotti di grande qualità e di lunga durata di vita o riflettendo, in occasione degli acquisti, all’effettiva utilità di un paio di scarpe, di un nuovo cellulare o di una borsa supplementare.
RIDURRE: I rifiuti si possono ridurre riutilizzando un prodotto senza fase di trasformazione intermedia. A questo proposito si possono seguire i motti: riutilizzabile invece che usa e getta, di seconda mano invece che nuovo e riparare invece che gettare via.
VALORIZZARE: Se non si possono prevenire, i rifiuti vanno smaltiti nel modo più ecocompatibile possibile. Separando i rifiuti sosteniamo uno smaltimento ecologicamente responsabile. In linea di principio occorre puntare il più possibile verso una valorizzazione che salvaguardi le risorse. Questo processo comporta sempre però un consumo di energia e una produzione di emissioni. Pertanto, in genere, la valorizzazione dei rifiuti è meno rispettosa delle risorse in confronto alla prevenzione e alla riduzione.
 
ZERO WASTE = vivere meglio senza rifiuti! Anche se si separano i rifiuti, solo una piccola parte di essi può essere riciclata – e ciò grazie a un grosso consumo energetico. L’altra parte viene incenerita e di conseguenza l’ambiente soffre. Solo l’evitare di creare rifiuti è la migliore alternativa: fa risparmiare risorse, protegge l’ambiente e la propria salute. Particolarmente pericolosa è la plastica: essa è infatti ottenuta dal petrolio, il quale è scarso e la cui degradazione è sporca. Se la plastica arriva nell’ambiente può restarci per centinaia d’anni siccome non è biodegradabile. Inoltre nella plastica si nascondono alcune sostanze nocive per l’ambiente.
Economia domestica Zero Waste: essa è ovviamente priva di plastica e nel migliore dei casi non alloggia articoli che non possano poi essere riciclati o compostati. Per quasi tutto ci sono alternative: Fazzoletti di carta vengono sostituiti da quelli in stoffa, spazzolini di plastica da quelli in legno e spugne sintetiche da panni in cotone. Per quanto riguarda gli apparecchi elettronici come computer, telefonino o frigorifero vale il motto: utilizzare il più a lungo possibile, se possibile riparare e – se gli apparecchi non sono più salvabili – smaltire correttamente.
Acquisti Zero Waste: avvengono il più possibile senza imballaggio o con imballaggi riutilizzabili (quindi: vetro, legno e metallo invece che plastica) e tutto ciò che non si può comperare senza imballaggio ma che è necessario lo produciamo noi stessi → Consigli e ricette abbondano su internet.